Editoriale sul Momento n. 17
2019: "Ai cristiani candidati alle elezioni auguro di essere scomodi"

10/05/2019

"Ai cristiani candidati alle elezioni auguro di essere scomodi"


Il testo dell'editoriale di mons. Livio Corazza sul Momento n 17/2019

Si avvicinano le elezioni, si sono definiti liste e candidati. Molti sono gli incontri, promossi anche dalle associazioni e comunità cattoliche, per mettere a confronto i candidati e offrire la possibilità a chi lo desidera di raccogliere maggiori elementi per una meditata scelta del voto. Le schede saranno due in alcuni comuni (ricordo solo Forlì, Forlimpopoli, Meldola…), una che riguarda il Parlamento dell’Unione Europea e l’altra il comune, per eleggere il sindaco e il consiglio comunale.

C’è un voto cristiano? Un voto che renda evidente che l’essere cristiani non è mai solo un fatto personale, ma ha valenze anche sul piano sociale? Sì, penso proprio di sì. Propongo a questo proposito una scaletta per confrontarsi, una sorta di piccolo decalogo.

 Il cristiano va a votare. Non andarci è un peccato di omissione.

 Il cristiano, prima di votare, pensa con la testa, evita risentimenti, ma decide con discernimento e buon senso.

 Il cristiano si informa, legge, approfondisce, non dà per scontato il proprio voto.

 Il cristiano non si lascia influenzare dalle ultime battute della campagna elettorale, guarda anche a quello che è stato detto e fatto negli ultimi cinque anni. Insomma si prepara a votare fin dal giorno dopo le elezioni…

 Il cristiano non dovrebbe limitarsi a votare, ma è una persona che segue con attenzione gli sviluppi sociali e politici della sua città, che periodicamente promuove incontri sui temi che gli stanno più a cuore: famiglia, vita, scuola, dignità del lavoro, poveri, giovani, creato, sussidiarietà, bene comune, solidarietà….

 Il cristiano non vota solo coloro che difendono i suoi interessi. Certamente è legittimo sostenere chi difende i propri legittimi interessi: lavoro, famiglia, ecc. ma ad un cristiano questo non basta.

 Il cristiano alza lo sguardo e pensa a chi è più debole e non ha nessuno che lo difenda, lo protegga o lo tuteli. Il cristiano chiede cosa è stato fatto per gli anziani soli, per i nuovi arrivati, per i disabili, per i giovani che non studiano e non lavorano, per i più poveri.

 Il cristiano alza lo sguardo e guarda lontano; un cristiano si chiede: quali conseguenze avrà il suo voto sulle future generazioni.

 Il cristiano vota anche per chi non c’è, ancora, o per chi non ha la possibilità di esprimersi: per i giovanissimi, per la difesa del creato, per i bambini che devono nascere e che hanno diritto a servizi essenziali.

 Il cristiano rispetto, ragionamenti, partecipazione e solidarietà, non si unisce al coro di chi odia o semina paura o disprezzo per chi la pensa diversamente.

Una parola al candidato cristiano presente nei diversi schieramenti: gli auguro di essere scomodo. E non potrà non essere che scomodo.

Se è a sinistra dovrà, se vuole essere coerente, lottare per la vita, battersi per favorire la nascita di chi è concepito e per la cura di chi è anziano o infermo. Non è possibile neppure per un istante dimenticare che non siamo noi i padroni della vita, né della nostra né di quella degli altri.

Se è a destra, non lascerà passare discorsi o scelte contrarie all’accoglienza delle persone: tutti siamo figli di Dio. Il cristiano crede nel valore della fraternità universale, altrimenti smentisce la sua fede in Dio Padre di tutti.

Esiste un insegnamento sociale della chiesa (che va da papa Leone XIII fino ad oggi), un vangelo sociale che andrebbe conosciuto, che fa parte integrante dell’evangelizzazione, e che ci ricordiamo che esiste solo (forse) al momento delle elezioni. Se fosse più conosciuto le cose andrebbero meglio, anche per chi non crede.

+ Livio Corazza