Pellegrino Laziosi

il santo ghibellino

Pellegrino, nato a Forlì nel 1265 circa, trascorse la giovinezza partecipando alle lotte politiche locali tra guelfi e ghibellini e nel 1282, dopo l’incontro con San Filippo Benizi, uno dei fondatori dei Servi di Maria, in missione a Forlì per conto del Papa, decise di entrare nell’ordine.

Fece il noviziato e la professione a Siena e fu poi inviato nel convento di Forlì dove visse fino alla morte avvenuta nel 1345. Si narra che alla notizia della sua morte - avvenuta nel 1345 - fu tale e tanta la gente accorsa da ogni parte per cui non fu possibile chiudere le porte della città.

La salma fu esposta nel coro della chiesa: tutti volevano avvicinarsi per toccarla con oggetti e reliquie preziose. Tra gli altri, un cieco implorava aiuto, quand'ecco Pellegrino sembrò risvegliarsi e guarirlo all'istante. E anche una donna, posseduta dal demonio, fu liberata dal maligno.

Nel 1325 fu colpito da cancrena ad una gamba, causata dalla penitenza che Pellegrino si era imposto di non sedersi e distendersi mai, ma la notte prima dell’amputazione fu miracolosamente guarito mentre pregava davanti al Crocifisso, affresco trecentesco di scuola riminese, che si trova ancora oggi nella sala capitolare del convento (foto in basso a destra). Il mattino dopo il medico Paolo Salaghi venuto per seguire l’amputazione poté solo constatare il fatto straordinario.

Per questo San Pellegrino è invocato dagli ammalati e in particolare da quello di tumore per i quali ogni mercoledì, alle 17, si celebra la preghiera in basilica. Il culto al Santo fu approvato il 21 marzo 1609, nel 1726 Pellegrino fu dichiarato Santo e nel 1942 Patrono della città di Forlì, la sua festa si celebra l’1 maggio.

Il culto del Santo si è esteso in tutto il mondo e a lui sono dedicate chiese anche nelle Filippine e cappelle come nel santuario di Pietralba e a San Marcello al Corso di Roma, la chiesa dove si radunano i forlivesi che abitano nella Capitale.

Il più antico documento su San Pellegrino è la sua legenda, ossia la breve, ma bellissima vita scritta in latino trecentesco poco dopo la sua morte, da un confratello che lo conobbe personalmente. Il testo originale di questa legenda, in seguito smarrita, fu trascritto fedelmente in latino classico-umanistico nel 1483 da Nicolò Borghese (1432-1500), noto letterato e politico senese, amico dei Servi di Maria.


Foto in alto a destra: Cantarini Simone, Cristo discende dalla Croce per guarire San Pellegrino, Forlì, basilica di San Pellegrino, cappella del Santo.

Foto in basso a destra: Crocifisso, affresco trecentesco di scuola riminese, sala capitolare del convento nella Basilica di San Pellegrino.


Per saperne di più: 
www.santiebeati.it/dettaglio/50900