Carissima Eminenza, voglio esprimerle con grande gioia la stima e l’affetto – a nome mio e di tutta la diocesi – alla sua persona e al suo stile di uomo al servizio della chiesa, sempre proteso verso la convivenza pacifica e fraterna.
Forlì è una comunità vivace ed attiva, che prova in questi tempi due sentimenti e percezioni particolari, la preoccupazione e la determinazione. È una comunità preoccupata per la sfiducia e per le paure che aumentano nella chiesa e nella società civile.
Nella chiesa, per i numeri che vengono meno, per quella parte di comunità che manca. Per i battezzati che non partecipano.
Nella società, per la divisione nelle famiglie, per le tensioni sociali che si diffondono. Si avverte un forte turbamento per le povertà materiali e umane che crescono.
Ma Forlì è anche una comunità determinata a non mollare, che si impegna a svolgere il proprio compito di cristiani chiamati da Dio ad essere, oggi, una comunità fraterna attraente e luminosa, che Papa Francesco ci ha indicato come obiettivo e missione della chiesa.
Invochiamo insieme nella preghiera sant’Ellero, monaco e fondatore di monasteri, contemporaneo di san Benedetto, portatori entrambi di luce e di convivenza civile in un mondo anche allora impaurito per i cambiamenti epocali che si stavano vivendo. Ma essi non si persero d’animo, fondarono comunità fraterne e fu la mossa vincente. Furono davvero comunità attraenti e luminose!
Sono di grande utilità e insegnamento anche per noi, tentati di lasciarci invadere nell’animo dalla sfiducia e dal rancore.
I testimoni di un mondo nuovo possibile non sono solo quelli di ieri ma anche di oggi. Su tutti, faccio due esempi, a noi particolarmente cari. La prima luce che brilla è quella di una donna, Benedetta Bianchi Porro, che nel prossimo settembre verrà proclamata beata nella cattedrale di Forlì e che illumina tutti ancora oggi per la sua serenità nella sofferenza.
E il secondo esempio è quello di don Giulio Facibeni, nato qui a Galeata, e con lui, tutta l’opera Madonnina del Grappa, la cui testimonianza resta sempre preziosa.
Grazie Eminenza per la sua presenza, che ci dà gioia e voglia di fare sempre più e sempre meglio. Lei qui è a casa sua. Preghiamo insieme e con grande fiducia perché i cristiani tutti diventino discepoli missionari di una nuova umanità.