Intervento per la Giornata del Ricordo (10 febbraio 2022)

10/02/2022

Intervento del Vescovo per la Giornata del Ricordo

10 febbraio 2022


Abbiamo celebrato nelle settimane scorse la Giornata della memoria. Oggi la giornata del ricordo. Ci sono altre Giornate del ricordo… Sembrano delle ripetizioni. 
Il pericolo è dimenticare.
Ma non è come a scuola, che quando si dimentica una data di storia si rischia l’insufficienza; qui dimenticare alcuni avvenimenti drammatici ci espone a ripeterli.
Cambiano gli ambienti, i protagonisti, le vittime. Ma sono sempre uomini e donne vittime dell’odio, della violenza, della pulizia etnica.
Non ci sono morti più importanti e altri meno importanti.
La vittima è l’umanità.

Diceva David Sassoli a proposito di Auschwitz (ma si può riferire alle foibe o alle fosse comuni di qualsiasi luogo della terra, dove si elimina che ci dà fastidio): Ci ricorda e ci insegna ogni giorno di quali nefandezze può essere capace il genere umano se si lascia catturare dal fanatismo, dall’odio e da teorie aberranti, le stesse che ancora oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza reciproca. 

E così parlava il Presidente della Repubblica Ciampi il 10 febbraio 2005, in occasione della prima giornata del ricordo: Rivolgendo il proprio pensiero «a coloro che perirono in condizioni atroci nelle Foibe [...] alle sofferenze di quanti si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia», disse: “L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro. [...] L'odio e la pulizia etnica sono stati l'abominevole corollario dell'Europa tragica del Novecento, squassata da una lotta senza quartiere fra nazionalismi esasperati.

Ho visitato foibe, ho visitato i campi di concentramento di Auschwitz e di Dachau. E la risiera di san Sabba di Trieste. Vengono meno i testimoni. Ma questi luoghi sono luoghi da visitare. Sono cattedre vere, non di odio, ma lezioni di memoria e di umanità. Ricordiamo tutti e tutte queste circostanze. Non facciamo selezione di morti.

Concludo con una poesia-preghiera parafrasando i versi-profezia del grande Paul Éluard:
Giorno verrà, e sarà un giorno benedetto, in cui i figli sapranno camminare insieme («a due a due», dice il poeta). E sapranno far memoria insieme di ogni orrore che ha sfigurato la storia dell’umanità e di ogni amore che, invece, l’ha fatta più giusta, più buona e più bella. E non piangeranno in solitudine il loro passato e il loro presente, senz’essere capaci di futuro. Giorno verrà, io spero. 
Ma per preparare quel giorno niente della specificità di ogni tragedia dev’essere dimenticato, fuso e confuso. 

Abbiamo bisogno di ogni singolo Giorno dedicato alla memoria e al ricordo. Di ogni Giornata di verità, di parole oneste e di disarmato coraggio. Abbiamo – avremmo! – bisogno di saper dire e ripetere ogni singolo nome di vittima. 
Ne abbiamo bisogno per far maturare la vera pace. E che Dio ci aiuti, perché – nonostante i passi fatti insieme, le mani strette e i pugni disserrati – non è affatto facile. (liberamente tratto da Avvenire del 10 febbraio 2022).

Dona a tutte le vittime, Signore, la pace eterna del Tuo regno, e a noi, Signore, dona un futuro di pace su questa terra. Nella verità e nella misericordia. Amen.