Omelia ai funerali di don Enzo Ronchi 2019

07/12/2019

Omelia ai funerali di don Enzo Ronchi (7 dicembre 2019)


Voglio innanzitutto portare le condoglianze di mons. Lino Pizzi, vescovo emerito, che ha conosciuto e apprezzato don Enzo per le sue doti umane e sacerdotali. Mi ha assicurato la sua preghiera e presenza spirituale.

Mi resteranno nella memoria gli occhi di don Enzo che davano espressione a quelle parole che non riuscivano a sgorgare dalle sue labbra. Uno sguardo privo di parole, ma pieno di senso. Sarebbe stata, sabato scorso, l'ultima volta che incontravo don Enzo. Ci ha lasciato così, in silenzio, come era nel suo stile, discreto e pieno di rispetto verso gli altri. Eppure per tutta la sua vita è stato un maestro della parola. Sacerdote fedele e zelante, ha insegnato per tutta la sua vita lettere antiche, la radice delle nostre parole, così spesso sconosciute e sprecate.

Professore certo, ma soprattutto sacerdote. Ed è questa sua scelta di vita che vogliamo presentare, oggi al Signore, prima di altre doti, l'essere stato un pastore di anime. Qual è la virtù più preziosa del pastore?

La compassione! Il pastore carica su di sé e porta sulle sue spalle la condizione delle sue pecore. Non è un mercenario che vive lontano dalle pecore; se non fisicamente ma mentalmente, sta in mezzo e condivide la vita delle pecore. Così il sacerdote: sull'esempio di Gesù, il buon Pastore, ama le pecore a lui affidate e condivide con esse la sua vita. Non si limita a condividere, ma coinvolge i suoi discepoli, gli apostoli in primis, ad avere la sua stessa compassione per l'umanità sofferente e in ricerca. Gesù vede le folle senza pastore e chiama e invia i suoi discepoli. Potremmo dire che inventa la Chiesa, chiedendo a noi di prolungare la sua azione di misericordia verso i poveri e gli esclusi. E i pastori sono davvero buoni se imitano l'unico Buon Pastore, il Signore Gesù.

I pastori non vedono questa chiamata e questa responsabilità come un peso, ma - come ci diceva san Paolo nella lettera agli Efesini - gioiscono della possibilità che viene loro data di "annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio".

Oggi la chiesa fa memoria di un grande pastore, sant'Ambrogio vescovo di Milano, e abbiamo voluto scegliere le letture di oggi, in occasione delle esequie del nostro confratello sacerdote don Enzo.

Don Enzo ha amato la sua gente. Per ben 63 anni, dal 1952 al 2015, è stato infatti il parroco della Badia di Santa Maria d'Urano, celebrando nell'amata chiesa del Suffragio, dopo la fine dell'antica abbazia camaldolese, andata distrutta nel corso dell'ultimo conflitto mondiale. Don Enzo ha espresso il suo amore e la sua compassione per la sua gente custodendo e coltivando le memorie storiche. Grande cultore di storia locale, lascia un'infinità di saggi e una decina di libri, scritti per fermare tradizioni, cultura e aneddoti occorsi ai piedi e in cima al Colle di Romagna. Detto che l'ultima sua fatica editoriale rimane "Sorrisi e lacrime, ricordi di un vecchio parroco", data alle stampe nel 2013 con prefazione di don Aldo Budelacci, nel 2010 pubblicò forse la sua ricerca più importante, "Bertinoro e le sue parrocchie".

Patrocinato dall'Amministrazione comunale, il volume chiuse la trilogia sul Balcone di Romagna avviata nel 2004 e nel 2007 rispettivamente con "Bertinoro e i suoi rioni" e "Bertinoro e il suo territorio". In passato, al suo paese, don Enzo aveva già donato monografie storiche di qualità, fra cui "Bertinoro e la Badia nei secoli" imperniata sulla chiesa di Santa Maria d'Urano.

In "Bertinoro e le sue parrocchie", don Enzo non si limitò a fare un excursus storico: "Per ogni parrocchia ho riportato anche un episodio, un racconto, una storiella possibilmente legata a quella comunità e alle sue vicende". Grazie a quel lavoro, don Enzo ottenne "La Medaglia d'Oro" del Comune di Bertinoro "per l'attaccamento alla sua terra".

Sono certo che Bertinoro continuerà ad esprimere riconoscenza per il tanto amore che ha avuto don Enzo. Sia onorando la sua memoria, sia avendo a cuore ciò che egli amava: la storia locale e l'amore per la Chiesa.

Muore un buon sacerdote, riservato, fedele, intelligente che ha amato Bertinoro e la chiesa fino alla fine. Con i suoi occhi che hanno seguito le preghiere proposte da don Emmanuele. I suoi scritti e le sue testimonianze di vita siano di edificazione per tutti noi.

Siamo alla vigilia dell'Immacolata Concezione di Maria, che saputo accogliere nella sua vita con gioia e dedizione il progetto del Signore su di lei, affidiamo a lei il nostro fratello e confratello don Enzo.

Maria, madre nostra, ti preghiamo per don Enzo, sacerdote sereno e fedele, presentalo al tuo Figlio Gesù, perché lo accolga nel suo Regno di luce e di pace. L'unico luogo, il Regno di Dio, che per don Enzo sarà meglio di Bertinoro ... riposi in pace. Amen.