Omelia all'Ospedale Morgagni-Pierantoni 2020

17/05/2020

Sono diverse le domande che ci poniamo, oggi ma anche in altre circostanze... tra esse, ad esempio, perché i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari hanno messo a rischio la loro vita per curare i malati? Cosa spinge veramente la nostra vita? E ci chiediamo magari, perché alla fine venire a messa la domenica? Cosa ci e mi muove? Troviamo delle risposte nella Parola?

Il Vangelo di oggi non è un trattato di teologia, né lo studio di un teologo, e non è neppure l'enciclica di un Papa. Ad osservarlo bene, sembra più la lettera di un innamorato. Il brano si snoda su sette versetti e in essi, per sette volte, Gesù ripropone il suo messaggio: in principio a tutto e alla fine di tutto, spicca e risalta un profondo legame d'amore.

Sette volte:

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.

- Non vi lascerò orfani: verrò da voi.

- Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. -In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

- Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Mi ha colpito il punto di partenza. Gesù non dice "osservate i miei comandamenti e mi amerete". L'amore non viene dopo l'osservare i comandamenti. Ma viene prima. "Se mi amate", ora, al presente. "Osserverete" i miei comandamenti, al futuro. e i comandamenti per Giovanni sono due: credere in Lui e amare come lui ci ha amati.

Insomma, Gesù non dice "Dovete amarmi, è vostro preciso dovere"; oppure "Guai a voi se non mi amate". Dice "Se mi amate". Non si può comandare l'amore. La libertà è la condizione fondamentale. Se uno si sposa e non è libero, il matrimonio è nullo. Anche la maternità non voluta mette a rischio la capacità di sposarsi.

Anche se uno si converte in stato di assenza di libertà, la sua conversione lascia parecchi dubbi.

Qualcuno mi chiede se il precetto della messa è sospeso per tutti oppure lo è solo per coloro che non possono. È sospeso per tutti, perché c'è anche la paura che ci blocca, che mette a rischio se uno si contagia. Ma a messa non si va per il precetto ma per amore. Il precetto è conseguente all'amore. Non posso dire di amare alla morte i figli, se poi non gli do da mangiare, mi disinteresso di loro.... Dar da mangiare ai figli è un precetto, ma lo fai per amore.

Il Signore non ci prende e non ci attira con la paura, ma con l'amore. Ai discepoli che lo avevano tradito, non ha chiesto, una volta tornati, di confessarsi prima di fare la comunione perché avevano peccato. Sono io che sento che devo riconciliarmi con Lui. È vero, noi siamo un po' bambini; abbiamo bisogno di regole e di precetti anche per salvaguardare la nostra salute. Ma Dio non è così. Lui ci ama! Non contento, ha pregato il Padre perché mandi un altro Paràclito.

Il Paràclito, parola unica nella storia della letteratura, che si trova solo nei vangeli e per quattro volte e vuol dire: avvocato, consolatore e consigliere. Un po' come i nostri medici e infermieri dei reparti coronavirus. Il loro lavoro è andato oltre alla loro professione. O meglio, hanno manifestato il senso profondo della loro professione. Sentivo l'altra sera una ragazza che si sta preparando al matrimonio cristiano e che fa l'infermiera. Raccontava di aver scelto di fare l'infermiera perché voleva aiutare gli altri. In questo momento, ha messo alla prova la sua scelta. Il suo ideale. Li ringraziamo tutti per la dedizione, la scelta di vita.

Ma ci hanno insegnato, e di questo in particolare li ringraziamo, come una scelta vada fatta con amore. E il Vangelo di oggi, come anche quello di domenica scorsa, ci dice che la ragione di fondo della nostra vita, ciò che riempie la nostra vita e dona la felicità, è l'amore. Un amore che si dona, fino in fondo!

L'amore non sta dentro solo alle scelte personali per chi si sposa, mette al mondo figli, abbraccia una vocazione spirituale di dono a Dio e ai fratelli. Sta dentro anche in tutto il resto della nostra vita. Il lavoro, se non lo si fa per amore, pesa troppo. La politica, se non la si fa per amore, vediamo dove ci porta. Certo ci sono interessi economici, o di carriera. Ma se non c'è amore le conseguenze sono devastanti. Peggiori del coronavirus. Le guerre, l'inquinamento, i perenni conflitti in politica con conseguente spreco delle risorse, l'evasione fiscale che è alla base delle difficoltà delle strutture sanitarie, tutto questo è causato dalla mancanza di amore per il bene comune, per il creato, per il futuro dei figli, dalla volontà di sfruttare gli altri e la natura.

E' da stolti continuare con certi stili di vita irresponsabili ed egoisti.

Da domani si riapre, parlo delle messe e di tante altre attività: non rendiamo inutile il sacrificio nostro e di tanti che hanno dato la vita per salvare la gente. Impariamo ad essere uomini di speranza. Ricordiamoci l'appello di San Pietro: siamo sempre pronti a rendere ragione della speranza che è noi.