Omelia alla messa di Pentecoste 2020

31/05/2020

Carissimi Elvira ed Eric, mi rivolgo direttamente a voi questa mattina, a voi che fra un po’ riceverete il battesimo, la cresima e farete la prima comunione. Vi ringrazio per la vostra scelta. È una fortuna essere cristiani, e voi ce lo ricordate. Lo ricordate a chi fra di noi, come accade in un amore vissuto stancamente, non si accorge della bellezza della fede che ha ricevuto dalla nascita.

Dovevate ricevere il battesimo nella veglia di Pasqua, ma sappiamo come è andata. Celebrarlo oggi, nel giorno solenne di Pentecoste, ci permette – insieme a voi – di recuperare il senso di quello che fate e la solennità che stiamo vivendo.

Voglio solo sottolineare tre doni dello Spirito Santo; sono doni che scendono su di voi oggi (e che già sono scesi su ogni cresimato) per aiutare a lottare e resistere contro almeno tre pericoli per la nostra fede:

1. Il primo pericolo che i cristiani corrono è quello di dimenticarsi dell’amore di Dio. Di darlo per scontato o di non vederlo. Di non custodirlo. Di lasciar morire, un po' alla volta, la loro fede. Abbiamo bisogno di tenere vivo il suo amore: con il dialogo, la preghiera, la partecipazione alle assemblee liturgiche. La fede in Dio o la fiducia nel suo amore, come succede in tante esperienze umane, possono spegnersi se non vengono coltivate. Lo Spirito santo ci ricorda, instancabile, quanto siamo stati amati dal Signore. Quando pensiamo che Dio ci abbia abbandonato, lo Spirito santo ci fa memoria della grandezza dell’amore di Dio.

2. Lo Spirito santo è la presenza di Dio che vince le paure. I discepoli erano chiusi nel cenacolo. La chiesa era morta, come Gesù nel sepolcro. Il cenacolo era diventato il loro sepolcro. Avevano paura. Noi sappiamo che la paura può aiutarci a proteggerci, ma allo stesso tempo la paura non deve bloccarci. Si parla in questi giorni di sindrome della capanna, molti hanno paura di uscire, aspettano. Altri si muovono da sconsiderati. La pandemia ci ha fatto avere paura degli altri. L’altro può diventare un untore. Piccole o grandi paure, che ci fanno chiudere dentro i nostri cenacoli protetti. Anche i cristiani possono chiudersi, e restare ancora nel cenacolo. Il cristiano, con la forza e il sostegno dello Spirito santo, vince le paure degli altri, della sofferenza, dell’egoismo della fede, la paura della morte. Lo Spirito santo apre le porte.

3. Lo Spirito santo manda in missione. Lo Spirito santo infonde coraggio. Siete stati chiamati dall’amore di Dio a condividere il suo amore per donarlo al mondo. Il sole non possiamo guardarlo direttamente, ma lo si vede negli oggetti e nelle persone che esso illumina. Gli uomini non possono vedere Dio, ma possono vedere noi, e guardano attenti alla nostra testimonianza. Ora siete cristiani: guardano a voi, proprio come anche voi avete guardato ad altri cristiani, che vi hanno colpito e illuminato con la loro vita. Siate luminosi come il sole.

Carissimi Eric ed Elvira, grazie perché ci avete aiutati a renderci conto di quale grande dono siamo stati destinatari. Non sempre riusciremo a darvi il buon esempio. Non troverete, anche fra coloro che si dicono cristiani, a cominciare da me, persone coerenti e contente di essere cristiane. Talvolta ci perdiamo in cose di poco conto. Facciamo battaglie sulla comunione sulle mani, sui canti in latino, sui guanti sacrileghi, insegniamo perfino al papa cosa vuol dire essere cristiani. Anche comunità maestre del dialogo non sanno trovare la forza di ascoltarsi e accogliersi. Ma sono le nostre miserie. Come gli adolescenti che fanno i capricci e non si rendono conto della fortuna che hanno di vivere in una bella famiglia.

Quando ce lo ricordiamo (come in questi tempi) siamo davvero felici di essere cristiani. Anche se non lo dimostriamo. Vi chiedo degli impegni, concreti: vi chiedo ogni giorno di attingere, con la preghiera, alla fonte della sua Parola (un brano del vangelo ogni giorno); vi chiedo di riunirvi al corpo di Cristo, ogni settimana, nell’eucaristia che celebriamo. Dopo tre mesi drammatici ed inediti, abbiamo compreso ancora di più la sua importanza. E, infine, vi chiedo di rendere ragione della speranza che è in voi, vivendo e testimoniando l’amore verso il prossimo come Cristo ci ha insegnato. E siate sempre lieti, ve lo ripeto, siate sempre lieti, perché l’amore di Dio abiti sempre nei vostri cuori.