Omelia alla veglia diocesana di Pentecoste 2021

03/06/2021

Dal libro del profeta Ezechiele: "Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio ... Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; l'ho detto e lo farò». Lo Spirito ci faccia uscire dai pensieri di morte di questi mesi. Lo Spirito è vita e ci ridona la vita.

Siamo riconoscenti al Signore, perché ci ha donato non soltanto la vita ma perché ci ha donato la vita eterna. È un dono che spesso dimentichiamo, anche noi cristiani. Il Signore però non si stanca mai di riempirci dei suoi tanti doni e lo ha fatto anche in questi tempi, ha fatto entrare in noi il suo Spirito e ci ha fatto rivivere. Sottolineo quattro segni dell'azione dello Spirito, che riconosciamo e che invochiamo: riprendo da una frase di Paolo VI: "l'uomo soffre per mancanza di pensiero, o come diceva Giovanni Paolo II, di visione. Affermazioni condivise e confermate da papa Francesco.

Lo Spirito è in azione sempre e non ci lascia in preda al male e alla morte, alla depressione e allo scoraggiamento. Abbiamo bisogno di una rinnovata azione dello Spirito, di una rinnovata Pentecoste, per avere una visione di futuro. abbiamo bisogno che lo Spirito ci illumini per un presente e un futuro migliore. Ogni anno, abbiamo bisogno di rivivere e ripetere l'evento della discesa dello Spirito a Pentecoste per ripartire con slancio rinnovato nell’affrontare il presente e nel progettare il futuro.

Abbiamo ascoltato tre testimonianze di frutti dello Spirito particolarmente abbondanti in questo anno dominato, sembra, dal coronavirus. Lo Spirito ci ha donato Gesù e ha ispirato il dono del Vangelo. Ringraziamo il Signore per il dono del suo Vangelo. Anche in questi tempi, è stato il vangelo ad illuminarci e accompagnarci: per fare degli esempi, il vangelo della tempesta letto e commentato da Papa Francesco oppure i vangeli ascoltati alla domenica, che abbiamo meditato prima di celebrare insieme la cena del Signore. sempre il vangelo che ci aiuta a leggere e riscoprire la presenza di Dio nella nostra vita. Questa è la bella notizia! In mezzo al male ci sono i segni vivi e luminosi della presenza di Dio. Frutto del Vangelo sono Parole di Pace e carità operosa. E la carità è luminosa. La carità è contagiosa. Ringraziamo il Signore per il tanto bene che è stato operato anche in questo periodo, dando testimonianza viva, senza dimenticare nessuno. Rinnoviamo e intensifichiamo la preghiera per la pace. In comunione con tutta la Chiesa, unita per pregare per la pace nella terra santa, la terra dei nostri padri nella fede. E, infine, la gioia di ritrovarci, di accoglierci. Come è stato bello ritrovarci alla messa, dopo il lockdown in questi mesi, ed essere accolti in chiesa da qualcuno. In tutte le chiese della diocesi, oserei dire del mondo, è stato riscoperto un antico ministero: il ministero dell'ostiariato. L'ostiario aveva il compito di aprire e chiudere le porte della chiesa e di custodirla (era dunque assimilabile alla funzione del sacrestano). Durante le celebrazioni liturgiche particolarmente affollate, gli ostiari dirigevano i movimenti dei fedeli. Noi oggi abbiamo riscoperto il ministero dell'accoglienza e non vogliamo più farne a meno. Lo abbiamo chiamato Servizio accoglienza ecclesiale. Ringraziamo coloro che in questi mesi, con puntualità, scrupolo e continuità, hanno consentito a tutti coloro che entravano in chiesa di essere accolti in tutta serenità.

Lo Spirito santo ci illumini sul cammino che dobbiamo compiere a partire da questa esperienza così forte, drammatica. Lo Spirito susciti ciascuno di noi una visione di Chiesa per il futuro. Spinti da Papa Francesco, la chiesa italiana con l'Assemblea della CEI, da lunedì inizierà un cammino sinodale per leggere e accogliere questo tempo con lo spirito giusto, lo spirito di Cristo. Preghiamo e apriamoci alla Parola del Signore.

Lo Spirito Santo rianimi la nostra vita e la nostra fede. Lo Spirito Santo faccia rinascere la comunità degli amici di Gesù. Molti si sono allontanati. Non meravigliamoci, ad un certo punto è successo anche a Gesù.

Tocchiamo con mano, come non sia facile o scontato credere. Ma è possibile. Soprattutto, la fede non è un cammino da solitari. Ognuno deve compiere il suo tratto di strada, ma sostenuti e sostenendoci a vicenda. Con la consapevolezza che il nostro primo e perseverante sostenitore è proprio lo Spirito.