Omelia nella festa di San Giuseppe 2020

19/03/2020

Omelia nella festa di San Giuseppe (19 marzo 2020)

San Giuseppe, sposo di Maria, custode della famiglia di Nazareth, patrono della chiesa universale, fedele e convinto esecutore della volontà di Dio, saggio e sapiente lettore dei pericoli e delle opportunità che si presentano per sé, per la sua famiglia e per la famiglia umana. Ha molto da insegnarci anche oggi.

Giuseppe, Sposo di Maria.

“Non temere di prendere con te Maria, tua sposa”.

Sappiamo tutti quanto questi due giovani si volessero bene. E sappiamo quanto ha rischiato san Giuseppe nel proteggere Maria, non si decideva a ripudiarla, nonostante lei fosse incinta prima di andare vivere insieme. E lui non c’entrava proprio niente.

Ha avuto assoluta fiducia in lei, oserei dire prima ancora che lo rassicurasse l’angelo. “Non temere di prendere con te…” gli è stato detto, ma lui non l’aveva proprio ripudiata. Giuseppe non è un istintivo, non è un impulsivo. È rimasto un uomo. E gli uomini si riconoscono se pensano con la testa e con il cuore. Per questo diciamo che è saggio. Preghiamo perché gli sposi, i papà, i pastori, gli educatori, i governanti conoscano e imitino san Giuseppe, uomo giusto. Abbiamo bisogno di guide mature. Non di eterni adolescenti. Non di uomini sospinti da ogni stormir di fronda. Ma di uomini che danno sicurezza. Che non si lasciano trasportare dall’emotività. Dal panico. Che non danno in escandescenze. Il capitano della nave con 600 contagiati e rimasta in quarantena per diverse settimane… Che guardano nel profondo e guardano lontano. Soprattutto, nei rapporti di coppia, siano sposi che amano, che stanno accanto sempre…

“Io amo molto San Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso”, queste le parole dette da Papa Francesco in Irlanda nell’agosto 2018

Giuseppe, Custode della famiglia

“… gli apparve in sogno un angelo del Signore… e Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.

È questo il primo sogno di Giuseppe. Per altre due volte un angelo, messaggero di Dio, parlerà a Giuseppe e gli indicherà le scelte da fare. Nel secondo sogno riceverà l’ordine di scappare in fretta in Egitto, nel terzo sogno l’angelo lo avvertirà di ritornare a casa.

Giuseppe è custode della famiglia. Non l’abbandona, non si lascia scoraggiare, non fugge, ma si lascia guidare dalla Parola del Signore. Quante volte diciamo: ma qual è la volontà del Signore? Lo diciamo sempre nel Padre nostro, “Sia fatta la tua volontà”. San Giuseppe si lascia guidare dalla volontà del Signore, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge.

In lui, cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza.

Giuseppe, Custode e Patrono della chiesa universale.

Nella lettera ai Romani, san Paolo, parlando di Abramo, dice di lui che era un uomo di fede, “saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli”. Possiamo attribuire anche a san Giuseppe coltivava la virtù della speranza che diventa feconda. Custodendo la famiglia di Nazareth, è diventato padre di molti popoli. Dobbiamo anche a lui la vita e il messaggio di Gesù, non solo a Maria. Egli fa tutto insieme a Gesù e a Maria.

San Giuseppe non si arrendeva. Certo nel sonno gli veniva indicata la strada, ma poi doveva mettere in pratica questa volontà del Signore. Doveva andare in Egitto, e poi tornare in Palestina. Ma per dove andare, che strada prendere, come mantenere la famiglia. Di chi fidarsi. Cosa fare…

Abbiamo bisogno anche noi, oggi, di avere la capacità di san Giuseppe di saper essere un "lettore dei pericoli" e dei segni che le circostanze presentano. Dobbiamo essere, come lui, capaci di assumersi le responsabilità di decidere, tempestivamente, cose anche insolite e pericolose (come la fuga in Egitto, ad esempio).

In questi tempi, coloro che hanno responsabilità di guida, hanno dovuto prendere delle decisioni, anche scomode, impopolari, dolorose, penso a noi vescovi, penso agli amministratori. Certo, sarebbe stato bello poter contare come Giuseppe su un sogno nel quale la volontà di Dio si fosse espressa con un suggerimento diretto. Sarebbe stato più facile obbedire rispetto all’assumersi la gravosa responsabilità di decidere, di volta in volta.

Quale parola del Signore ha guidato le nostre scelte? Questa: “Custodisci il mio popolo”. Vale a dire, custodisci i miei figli. Proteggili. Per esempio: tienili in casa!

A Giuseppe l’angelo, messaggero di Dio, ha detto: “Scappa in Egitto!”. Oggi ci dice: “Resta a casa!”.

Custodendo il popolo, custodisci anche la sua fede. In che modo? Come? Nella preghiera personale e comunitaria. Come Dio ha onorato la libertà e l’inventiva di Giuseppe chiedendogli di aderire alla storia con Maria. Altrettanto il Signore saprà onorare anche la nostra libertà ... e non ci lascia soli. Né oggi né mai. E lo abbiamo visto, in queste settimane, quale fantasia della carità ha ispirato anche i nostri parroci, ma anche tanti cittadini. Il Signore come a san Giuseppe ispirerà le scelte migliori. Ci parlerà anche nel sonno. Ascoltiamolo e custodiamoci gli uni gli altri.

+Livio Corazza