Omelia nell’89° anniversario della nascita della Beata Benedetta 2025

13/08/2025

OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA
Messa per l’89° anniversario della nascita della Beata Benedetta Bianchi Porro
8 agosto 2025


“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. 
Ad una lettura superficiale, questo passo del Vangelo sembra un annuncio che non promette niente di buono, ma solo tristezza e dolore.
Cosa si poteva aspettare una ragazza nelle condizioni di Benedetta? Che prospettiva poteva avere?
Secoli di predicazione doloristica sembrano confermarlo. Più si soffre, più ci si avvicina a Dio. Quasi che a Dio faccia piacere vedere la sofferenza dei suoi figli. È proprio questo il volto di Dio che Gesù è venuto ad annunciare? Come può un Dio che nega la felicità ai figli dichiararsi Padre di tutti?
Ogni genitore desidera una cosa solo per i propri figli: che siano felici. Così è per Gesù, che ha proclamato che Dio è nostro Padre. È un Padre che ci vuole felici, e la felicità è di coloro che sanno donare la propria vita: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.
E, ancora, il Vangelo prosegue mettendo in guardia da una ricerca della felicità a costo zero: “Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?” La felicità non dipende dal possesso dei beni di questo mondo. E neanche dal successo, dai like, diremmo oggi.
Papa Leone, nell’omelia della messa conclusiva del Giubileo di domenica scorsa, diceva: “Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle «cose di lassù» (Col 3,2), per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità facendo crescere in noi «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità» (Col 3,12), di perdono (cfr ivi, v. 13), di pace (cfr Gv 14,27), come quelli di Cristo (cfr Fil 2,5). “Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, «che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande. E aggiungeva: “Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo” 
Papa Leone sulla strada per la felicità metteva in evidenza tre caratteristiche: il valore dell’amicizia con i coetanei, l’amicizia con Gesù e l’esempio di Maria.

1. Benedetta coltivava e curava la via della felicità, custodendo e curando tante amicizie. Anche quando era inferma, ha saputo coltivare le amicizie. Forse uno degli aspetti più caratteristici della vita di Benedetta è la presenza di tanti amici accanto a lei. Ad Anna Laura Conti, una delle amiche dell’adolescenza, figlia di un’amica della mamma, Benedetta scrive parole molto belle sull'amicizia: “Tu sai che io, nonostante questo lungo silenzio, ti ho sempre pensato e ti penso sempre: uno dei doni più belli dell’amicizia è proprio quello di poter sentirsi sempre vicini dovunque; e anzi la lontananza fa sentire maggiormente la profondità del legame, come in tutte le cose”. All’amica Maria Grazia scrive invece: “La cosa più dolce dell’amicizia è proprio nell’aprirsi l’animo, non ti pare?”.

2. Ma l’amicizia con gli altri trova il fondamento nell’amicizia del Signore Gesù. Benedetta è consapevole dell’importanza degli amici, ma fa esperienza della compagnia unica che le viene da Gesù: “Anche da Milano, molti amici vengono a trovarmi, perciò non sono poi del tutto sola. Anzi. Soprattutto perché ho sempre nel cuore il più caro, il più fedele degli Amici: Lui che mi tiene perpetuamente compagnia!”. 
Oggi non è facile custodire e coltivare l’amicizia con il Signore Gesù. Una ragazza che ha partecipato al Giubileo nel viaggio di ritorno così commentava la sua vita e la sua esperienza al Giubileo: “Io sono circondata da molti amici che non credono, che hanno opinioni completamente diverse con cui faccio fatica parlare della mia fede, quindi vorrei fare un invito a non aver paura a piantare un piccolo seme, che prima o poi, con l’aiuto di Dio, crescerà e darà dei frutti bellissimi e non ce l’avrebbe mai fatta senza di voi, senza una vostra parola e un vostro incoraggiamento”. “Quanto è difficile trovare un’amicizia autentica!” diceva ai giovani papa Leone e ricordava una espressione di sant’Agostino: «Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. È in Lui solo che essa può essere felice ed eterna»” 
A Paolina, 12 giorni prima di morire, così Benedetta scriveva (Sirmione 11 gennaio 64): “Paolina mia cara, Non so come ti andrà l’esame, ma comunque vada, accetta con gioia la volontà del Signore, perché noi dobbiamo essere le sue serene figlie, tanto nelle gradite o sgradite cose. La mia vita è tristissima, Paola, ma io ho lo stesso tanta voglia di ridere. È perché il Signore si ricorda di me, ed io non ne ho alcun merito. Grazie, Paolina, d’essere venuta sempre a trovarmi, sai che ogni qualvolta tu mi parlavi, io sentivo, attraverso le tue frasi, anche queste parole: «Benedetta, con questo segno vincerai. Alleluya, Alleluya! Ed io, nel mio cuore, mi sentivo trasalire di gioia. Coraggio, Paola: la nostra fede deve essere fatta di pace e di luce: fede vera. Ora ti abbraccio e mi sento tua sorella in Cristo”.
Che bello! Sono parole di condivisione di amicizia umana e di condivisione dell’amicizia con il Signore Gesù. Mi sono commosso, leggendole. La vita è tristissima! Ma con questo segno vincerai! La consapevolezza delle difficoltà è grande, ma non era sola! Come sentiamo vere le parole dell’Apostolo Paolo: “Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio”. 
Benedetta ci dà una bella testimonianza! Anche i giovani ci hanno dato, con l’esperienza di questi giorni, una bella testimonianza. E speriamo continuino anche a casa: condividere la gioia di essere cristiani. E Anna Cappelli ci ha dato l’esempio di una bella testimonianza, di un’amicizia spirituale. E’ stata amica di Benedetta senza conoscerla personalmente, e condividendo l’amicizia comune verso il Signore Gesù. Anna ci ha dato l’esempio di come si può essere amici di Benedetta.

3. Non voglio concludere senza ricordare la relazione di Benedetta con la Vergine Maria. Benedetta è stata battezzata dalla mamma con l’acqua di Lourdes che aveva in casa, nel giorno stesso della nascita. E il battesimo è stato completato con gli altri riti (unzione con l’olio dei catecumeni, crisma, consegna della vestina e della candela) il 13 agosto, antivigilia dell’Assunta, la Pasqua dell’estate. 
Ciò che più sorprende a questo proposito è che nella vita di Benedetta il richiamo alla Madonna si fa insistente negli ultimi tratti del suo cammino terreno. Scrive nel maggio 1963: “Mi piace parlare alla Madonna, alla nostra mamma che ci aspetta in cielo” “Prego molto la Madonna, Lei che conosce che cosa sia soffrire in silenzio”. 
La devozione di Benedetta alla Madonna è equilibrata, senza eccessi o deviazioni teologiche. Scrive a padre Gabriele Casolari: “La Madonna mi è cara perché è la Mamma di Dio, ed io la considero con grande e tenero affetto. La mia mamma di carne è solo una pallida immagine di lei. Alla mamma sono molto attaccata e così anche alla Mamma Celeste”.
Preghiamo che Benedetta, insieme alla Vergine Maria, interceda per noi presso Dio per il dono della pace. Preghiamo per tutti i giovani, perché scoprano e custodiscano il grande valore dell’amicizia e in particolare dell’amicizia con Gesù, fonte di ogni amicizia. Preghiamo per gli ammalati perché attraverso la prossimità di chi vuol loro bene, vincano le tristezze della vita. Tutti riscopriamo il grande dono della chiamata alla vita e alla santità.