Omelia nella Messa del 2° anniversario dell'alluvione

19/05/2025
OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA NEL 2° ANNIVERSARIO DELL'ALLUVIONE
16 maggio 2025

“In qualunque casa entriate, prima dite: pace a questa casa”.

Sono passati due anni e ci ritroviamo in particolare per tre motivi. 

Il primo motivo è che vogliamo pregare per dire il nostro grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato. È stata una esperienza umana fortissima. E perciò cristiana. Darsi da fare uniti disinteressatamente per chi ha bisogno è quanto di più cristiano possa esserci. Grazie al volontariato spontaneo che ci ha travolto con la prontezza, la perseveranza, l'efficienza. La gran parte non aveva mai preso in mano una pala. Ha imparato velocemente. Grazie al volontariato organizzato di tante associazioni che si sono coinvolte. Gli scout, Comunione e Liberazione, l'Azione cattolica, le Caritas, le Misericordie. 
Grazie agli uomini e alle donne degli Enti e Istituzioni pubbliche che hanno messo professionalità, passione, amore. Ai Comitati di quartiere, Protezione civile, agli alpini, alla Croce Rossa. Grazie agli enti privati dagli Istituti bancari, alle Fondazioni. Grazie alle Chiese, alle Parrocchie che si sono fatte vicine con discrezione e generosità. È stato un bel momento di Chiesa. Grazie ai credenti di altre confessioni cristiane e religioni, che ci hanno fraternamente aiutati nell'ecumenismo della solidarietà, che ha fatto tanto bene, consolidando il già buon rapporto costruito nel corso degli anni precedenti. Gli interventi sono avvenuti con prontezza e semplicità, come fosse la cosa più normale del mondo. Un grazie che continua ancora ad essere vivo e verace. 

Il secondo motivo del nostro incontro è ricordare coloro che sono morti la notte del 16 maggio: Vittorio Tozzi, i coniugi Adriana Mazzoli e Franco Prati. La loro fine ci sprona ancora di più ad essere attenti, perché quello che è capitato non si ripeta. Essi sono nelle mani di Dio ed Egli li consolerà. Ma per noi sono un monito che non possiamo dimenticare mai e ci ricordano che dobbiamo fare le cose per bene. 

Il terzo motivo della nostra assemblea è per dare voce a chi non ha ancora avuto niente. E sono tanti. Non è questo il momento per rivendicare, tuttavia sembra che dà un po' di tempo tutto si sia fermato. Forse è frutto solo della nostra personale visione della situazione. Delle parrocchie, famiglie, edifici che sono stati colpiti, sui quali portiamo una diretta responsabilità. Si sta lavorando tanto per mettere in sicurezze le strade e le nostre valli, ma molti sono ancora in attesa. Per qualcuno non è successo ancora niente. Questo non ci ha impedito, nel rispetto delle intenzioni degli offerenti, di intervenire a beneficio di tante famiglie distribuendo i fondi messi a disposizione dalle Caritas diocesane e italiana. 

A conclusione non posso non rileggere la risposta di Papa Francesco al quale avevo inviato l'invito a pregare per noi in occasione del primo anniversario. Il Santo Padre mi rispose così: “Fate tesoro di questa gara di generosità e solidarietà. Auspico la dovuta attenzione al cambiamento climatico, richiamando tutti alla corresponsabilità nella salvaguardia e nella cura del pianeta, nostra casa comune. Guardate al futuro con speranza”. Possiamo guardare al futuro con speranza, se chi può fare quello che deve fare, lo fa...