Festa a Santa Sofia per l’ordinazione diaconale di Francesco Agatensi

11/09/2023
Tutto il paese di Santa Sofia, tanti sacerdoti, amici delle parrocchie di Forlimpopoli e di Comunione e Liberazione hanno domenica 10 settembre all'ordinazione diaconale di Francesco Agatensi.

Pubblichiamo l’omelia del vescovo mons. Livio Corazza.

Carissimo Francesco, grazie per il tuo sì. Grazie ai tuoi genitori. Alle tante persone che sono state importanti nella tua vita. Santa Sofia è piena di queste persone. Ma anche tante altre.

È un bellissimo inizio di settembre, questo. Bello il tempo, bella la celebrazione di oggi. Bella questa settimana che inizia con la tua ordinazione e si concluderà domenica prossima con la professione semplice di Emmanuela. In quell’ occasione, il padre provinciale le dirà: E io, da parte di Dio onnipotente, se osserverai fino alla fine queste cose, ti prometto la vita eterna. Voglio ripeterlo anch’io: con il tuo sì, oggi entri nell’Ordine sacro. Se manterrai fino alla fine queste cose, Ti prometto la vita eterna.

Per qualcuno è troppo poco. Per chi è interessato alle cose di questo mondo, poche ma sicure, la vita eterna non conta niente. Per altri è troppo pretenzioso. Ma chi sei tu da promettere la vita eterna, sei il Figlio di Dio?

Sembrano solo parole, ma il profeta Ezechiele, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, è molto chiaro: le nostre parole sono importanti. Le parole esprimono chi siamo. Il primo impegno che ti verrà chiesto è di esercitare il ministero del diaconato con umiltà e carità. Anche nelle parole.

Caro Francesco, sarai il servitore della Parola. A partire dalle tue parole. “Ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.”
Non parli più a titolo personale. Le tue parole sono le parole della sentinella di Dio. Di un uomo che si è messo a servizio del popolo di Dio con umiltà e carità.

Un segno che riceverai più tardi sarà la consegna del vangelo. Con queste stupende parole: Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni.
Ti chiedo, per amore del Signore e del suo Vangelo di diffondere l’amore per il vangelo.   
Questo è il primo servizio che ti viene chiesto.

Servitore della Parola e delle Relazioni. Da costruire e da ricostruire.
Dice san Paolo: “Pienezza della Legge (della Parola di Dio) è la carità”.
Ci ricorda che il comandamento dell’amore vale per tutti e anche per te. Vale per i vescovi, i preti e i diaconi.
Non ci sono altre regole. “Ama, e fa’ ciò che vuoi” dice sant’Agostino. Se ami davvero, la fantasia della carità non può che essere fervida e fonte di bontà.
Ama come ha amato Gesù. Troverai la felicità nel rendere felici gli altri. E ti realizzerai come uomo. La misura dell’amore è amare senza misura. Come Gesù.

Il vangelo di oggi ci ha consegnato un metodo. Il metodo della correzione fraterna. Il protagonista è colui che prende l’iniziativa di correggere e non si tira indietro, non rimane indifferente alle offese del fratello, non ne parla alle spalle, non taglia, ma lo avvicina con amore e umiltà.
Non arrenderti difronte alle chiusure. Non lasciarti vincere dall’indifferenza. Gesù ci ha insegnato la strada della riconciliazione e del dialogo.
Il nemico è l’indifferenza, il pericolo è la mancanza di tatto. Ma, soprattutto, la perdita del fratello. Ti auguro di essere un tessitore di relazioni, che impara l’arte della ricucitura.
Ma ti potrai trovare anche dall’altra parte. Nella parte di chi le riceve le correzioni.
Non costringere chi ti sta correggendo di ricorrere alla comunità. Ascolta e correggiti prima.

Diventando diacono, diventi il servitore della comunità. La tua ordinazione diaconale è in vista dell’ordinazione presbiterale, ma una non annulla l’altra. Si è sempre diaconi. Dovrai sempre ricevere la benedizione dal vescovo, prima di proclamare il vangelo. Servire la comunità, in particolare i più poveri, i figli preferiti del Padre nostro che è nei cieli.
Non serve che insista perché hai dato prova di una particolare sensibilità che ti riconosciamo e che va custodita e continuamente posta alla verifica dei cambiamenti culturali.

Il diacono, in particolare, è il servitore del giorno del Signore, il giorno della comunità, della fraternità.
Aiutaci a vivere la domenica come giorno di festa da vivere nel Signore e per tutti. Il giorno della gioia e il giorno della speranza. Il giorno che anticipa la vita eterna. Il giorno del pane spezzato, memoria di Cristo morto e risorto, e il giorno il Vangelo e della Parola di Dio.
Francesco, aiuta i più giovani a riappropriarsi della domenica come giorno della festa condivisa. Non si tratta solo dell’ora della messa, ma di tutta la domenica. Senza la domenica non possiamo vivere. C’è tanto da fare.  

Servitore della comunità e servitore dell’incontro con Dio.
Ti si chiederà fra poco di vivere il celibato nel segno della tua totale dedizione a Cristo Signore, di custodire per sempre questo impegno per il regno dei cieli a servizio di Dio e degli uomini. Il dono di sé totale e gioioso è la cosa più grande che possiamo fare.
Anche la scelta di vivere nel celibato per il Regno dei cieli è segno di amore totale per la comunità cristiana, e di fede nella vita eterna.
È un grande segno di fede in Dio. Il celibato è una grande scommessa sull’esistenza di Dio, di un Dio che ama e merita di essere amato fino in fondo. Con tutto noi stessi. Fino in fondo, come diceva appassionatamente Annalena.
È il nostro modo più intimo e coinvolgente di dire il nostro amore totale verso Dio. E nella Liturgia delle Ore e nella celebrazione dell’Eucaristia attingiamo e rinnoviamo il suo Amore, respiro e cibo spirituale della nostra vita.

Oggi è diffusa l’allergia a Dio. Anche quando si parla dei santi si parla del loro servizio verso i poveri, gli ammalati, i rifugiati e gli ultimi, ma quasi ignorando la sorgente di questo amore.
Il fine della nostra scelta e delle nostre scelte è l’amore di Dio all’origine della nostra vita e di tutto il creato. È la missione di Gesù che è venuto a rivelarci il volto di Dio. E noi, e tu, Francesco, sei inviato a rendere visibile e amabile e amorevole il volto di Dio.

Caro Francesco, Dio ti vuole bene, la comunità ti vuole bene. Con gioia ti accogliamo tra i servi di Dio e tra i servitori della gioia del popolo di Dio. Non ti promettiamo una vita facile, ma ti assicuriamo che non ti annoierai e che lotteremo insieme per un mondo migliore, più umano e solidale.
E se manterrai fino alla fine queste cose, Ti prometto la vita eterna.