Incontro sinodale del Vescovo con i giornalisti

01/04/2023
Giornalisti e operatori della comunicazione di testate e media locali hanno preso parte a un momento di dialogo e ascolto insieme al vescovo, mons. Livio Corazza, che ha invitato la stampa a partecipare ad un incontro sinodale.

L’appuntamento si è svolto l’1 aprile in Vescovado ed è stato l’occasione per raccontare, da un punto di vista personale e professionale, le proprie impressioni sulla vita della Chiesa, mettendone in luce aspetti positivi e criticità, e per riflettere sulle principali sfide che essa deve affrontare in un tempo di profonde trasformazioni. I giornalisti si sono così confrontati su quello che la Chiesa può dire e dare all’uomo di oggi, sul rapporto tra sfera ecclesiale e media, con una riflessione anche sui fenomeni sociali e culturali che hanno provocato, in certi casi, un allontanamento dalla pratica religiosa.

«È importante - ha detto mons. Corazza ringraziando per la partecipazione - incontrarsi e mettersi in ascolto dello Spirito, che parla attraverso le persone. Stiamo vivendo questo cammino sinodale per affrontare con maggiore coerenza il contesto nel quale viviamo. La Chiesa è il popolo, al suo interno c’è movimento, e al di là di quelli che possono essere i limiti e le difficoltà vi sono anche tante opportunità».

Nel dialogo è stato evidenziato che occorre promuovere e potenziare la formazione dei laici impegnati a vario titolo nella vita ecclesiale, la necessità di trovare nuovi strumenti e linguaggi per parlare all’uomo di oggi, specie ai giovani che vivono un profondo disagio esistenziale, e di offrire un’immagine della Chiesa meno ieratica e sempre più “in uscita”, nell’ottica di un percorso che è già stato avviato.

È emerso anche il bisogno di far crescere il rapporto con i media per comunicare maggiormente le iniziative e soprattutto per diffondere testimonianze e belle notizie. La Chiesa, si è detto, al di là delle criticità e delle sfide che deve affrontare, resta una comunità viva, capace di svolgere un’importante funzione educativa, di costruire relazioni, diffondere il bene e stare vicino alla gente, come si è visto in modo particolare durante la pandemia. Non è infatti mancato l’apprezzamento per lo sforzo che sta facendo per mettersi al passo con i cambiamenti e per quelle iniziative in ambito diocesano che promuovono l’inclusione sociale, la solidarietà, l’apertura, il dialogo ecumenico e interreligioso.

Fra i presenti anche don Giovanni Amati, responsabile Ufficio Comunicazioni sociali (Ucs), Alessandro Rondoni, direttore Ucs Ceer (Conferenza Episcopale Emilia-Romagna), e don Franco Appi, direttore de “il Momento” che ha sottolineato: «C’è ancora in molte persone un’immagine che non corrisponde alla realtà: una Chiesa potente, separata dalle persone, ridotta solo alla gerarchia». E ha aggiunto: «La Chiesa non è un monolite, al suo interno ci sono tante opinioni, c’è il confronto, ma anche la fraternità. La Chiesa è popolo, un popolo piccolo, ed è chiamata oggi ad essere quella “minoranza creativa” di cui già parlava Benedetto XVI».

Maria Depalma