Mezzogiorno di pace in concomitanza con Europe for peace

03/11/2022

“Mezzogiorno di pace”: l’intervento del Vescovo


Sabato 5 novembre  si è svolto davanti a Good News, punto di informazione e incontro della Diocesi (corso della Repubblica 2/ter, angolo piazza Saffi), l’incontro di preghiera ecumenico e interreligioso “Mezzogiorno di pace” presieduto dal vescovo mons. Livio Corazza, in concomitanza con l’evento nazionale “Europe for peace”.

Presenti i rappresentanti delle associazioni ecclesiali, delle confessioni cristiane e delle religioni non cristiane e delle autorità civili, a cui è stato distribuito il testo dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto martedì 25 ottobre durante la preghiera per la pace, che si è svolta al Colosseo con i leader delle Chiese cristiane e delle religioni mondiali.

Pubblichiamo il testo dell’intervento finale del Vescovo: “Non è la prima volta che ci troviamo per manifestare il desiderio di pace.

E non è solo con le preghiere e le manifestazioni che gridiamo il desiderio di pace. Abbiamo accompagnato le preghiere con l’accoglienza dei profughi, con la presenza fisica nei luoghi del conflitto.

Non è la prima volta che preghiamo. Sale incessante la nostra preghiera da tutti i luoghi di culto di tutte le confessioni. Dio ascolta, ma gli uomini fino a questo momento sono rimasti sordi. Ognuno preghi perché Dio illumini coloro che devono prendere delle decisioni, sulle scelte giuste da fare, e dia loro forza per portarle a termine.

Anche chi è diversamente credente manifesta costantemente una invocazione di pace.
Ma in particolare la nostra adesione si pone in continuità con l’incontro di preghiera delle religioni tradizionali che si è tenuto in Azerbaigian alcune settimane fa.

Proprio ieri, nel Bahrein, papa Francesco ha ripetuto: “E’ un dovere per i leader religiosi opporsi all’uso della violenza e della guerra”, “La guerra è una bestemmia”.
C’è un solo un modo per incominciare a costruire la pace: che tacciano le armi, a partire da quelle di chi ha aggredito!
Siamo qui perché oggi vogliamo unirci a coloro che oggi manifestano per la pace a Roma.

Sulla pace non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Ma, anche se divisi, non possiamo lasciare che prevalgano: l’indifferenza (anche quando mettiamo sullo stesso piano, indifferentemente, vittima e aggressore); lo scoraggiamento; gli interessi economici e l’egoismo di chi vede con fastidio i drammi degli altri …

Infine, siamo qui, perché vogliamo che prevalga nelle scelte la visione del futuro: le guerre sono decise dai nonni, combattute dai padri e pagate dai figli e dai nipoti….

Fin che siamo in tempo, togliamo la parola alle armi e ascoltiamo il grido dei figli che chiedono solo di giocare, andare a scuola e sognare un futuro di pace.
Questo vale per tutte le nostre scelte. Pensiamo per chi ancora non c’è e si troverà un mondo più bello o più brutto a seconda delle nostre scelte di oggi.
La strada è ancora lunga.

Scriveva ieri, il card. Zuppi: “La pace mette in movimento. E’ un cammino“. E - continuava citando Tonino Bello - “Per giunta, cammino in salita”. Occorre, una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno, non è un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo”.
Ma la pace è possibile, se lo vogliamo, tutti. E per questo siamo qui, oggi”.