Omelia del Vescovo nella Veglia di Pentecoste

06/06/2022

Non priviamo il mondo dell’incontro con Cristo



L’omelia del Vescovo alla veglia di Pentecoste col mandato ai giovani in partenza per una esperienza missionaria.
Non bastano le parole, a Pentecoste lo Spirito ricorre ai segni. Le parole le ha già dette e spese tutte. Leggere i segni è importante.
Ed è ancora più necessario non soltanto accorgersi (che sarebbe comunque già qualcosa), ma soprattutto saper comprendere e capire quei segni che indicano e rivelano avvertimenti e pericoli che minacciano il mondo, così da far diventare quegli stessi segni motivo di riflessione e di conversione. Alcuni dei segni di oggi sono evidenti, altri meno: la pandemia, le guerre, gli abusi, il disastro climatico, le culle vuote, le violenze fra giovani, in famiglia, fra vicini, nella chiesa. Quante divisioni anche nella Chiesa, durante la pandemia, perfino durante la guerra!
Dicevo, come ci sono segni che mettono in guardia dai rischi che corriamo, non perché il Signore li manda come castigo, ma perché le scelte degli uomini hanno conseguenze catastrofiche se non si cambia strada, allo stesso tempo ci sono anche i segni del bene, segni di consolazione e di incoraggiamento.

Il primo segno è il fuoco
È stato il primo segno della veglia pasquale ed è l’ultimo segno della veglia di pentecoste: il fuoco!
Il fuoco che brucia, il fuoco che arde, il fuoco che scalda, il fuoco che illumina, il fuoco della passione, il fuoco che incoraggia, tutto questo è lo spirito di Dio.
Quante volte per noi, invece, Dio e la sua Parola sono sinonimo di noia, ritorno indietro, nostalgia, infantilismo, delega delle nostre responsabilità, tiepidezza, mediocrità….

Il secondo segno è il vento
Cosa è una bandiera senza il vento, una vela senza il vento, un mulino senza vento, una pala eolica senza vento?
Il vento non si vede, come non si vede Dio, ma lo si sente molto bene. E Dio noi lo sentiamo. Il vento dello Spirito gonfia le nostre vele, o le nostre vele sono sgonfie?
Un vento che spalanca le porte! Non dimentichiamo che le porte del cenacolo sono rimaste chiuse 50 giorni!

Il terzo segno è il parlare in lingue
“Capisci quello che stai leggendo?”. Egli rispose: “E come potrei capire, se nessuno mi guida?”. Parlare altre lingue per comunicare il vangelo e per portarlo nel mondo intero: andate in tutto il mondo! Senza lo Spirito, ci manca la fantasia della comunicazione. Ci chiudiamo in noi stessi, nascosti e sprofondati nei nostri cenacoli. La fede diventa un circolo chiuso, ripetitivo e soddisfatto dei propri riti. Contenti di ritrovarsi dentro una stanza o una chiesa, rimanendo nel caldo rassicurante della comunione.
Ma la comunione senza missione è falsa. E la missione senza comunione è sterile.
Comunione e missione
Lo abbiamo ripetuto anche in questa ultima assemblea della Cei: comunione e missione, l’una non può stare senza l’altra.

Grazie a chi riceve il mandato di andare in tutto il mondo. Andiamo tutti in tutto il mondo. Andate a portare a tutti il dono della comunione con Cristo, della sua presenza e del suo amore. Tutti hanno il diritto di incontrarlo.
Non priviamo il mondo dell’incontro con Cristo.
È il dono più bello e unico che abbiamo. Non ha altro senso la nostra vita.
Fuoco, vento, lingue nuove sono i segni della Pentecoste.

In questi mesi ricorderemo l’anniversario dei testimoni che sono stati importanti per la nostra chiesa forlivese.
Gli 800 anni della prima predica di sant’Antonio di Padova a Forlì, gli 80 anni della presenza dei salesiani a Forlì, i 70 anni della morte di Don Pippo.
Loro, insieme alle nostre donne serve di Dio e dei poveri: Annalena, Beata Benedetta, Beata Clelia, con il Venerabile don Giulio Facibeni di Galeata.
In tutti loro riconosciamo il vento dello spirito che ha gonfiato le loro vele, il fuoco dello Spirito che ha acceso di amore coloro che incontravano, le lingue dello Spirito che li ha portati a farsi capire e a trasmettere il messaggio con le parole e le opere.
Non avevano meno problemi di noi. Non erano più numerosi di noi. Non erano più ricchi di noi.
Erano animati dallo Spirito santo, che ha trasformato le parole in scelte di vita.
Le parole da sole non bastano
Proviamo a reagire alla tentazione di chiuderci, di affievolirci per non disturbare gli altri, di essere stancamente ripetitivi senza lo slancio delle cose vive.
Diamo una mano a Dio, che ci chiede di aiutarlo a salvare questo mondo che sembra aver perso la bussola, tiriamo fuori la voglia di reagire alle proprie angosce e paure.

“Effondi o Padre lo Spirito Santo sulla Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra e tutte le genti giungano a credere, ad amare e a sperare.”
Vieni Spirito Santo, vieni e rianima la nostra fede, riaccendi la nostra carità, aiutaci a comunicare la speranza per il mondo.
Vieni Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e riaccendi in essi il fuoco del tuo amore.